DESTRA O DELLA CONFUSIONE

 
 
  GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"

di Gianfredo Ruggiero


 

Mai termine fu più ambiguo e carico di contraddizioni della parola “destra”.

In questa definizione possiamo trovare, dal punto di vista politico, storico ed ideologico, tutto e il contrario di tutto.

Destra è di fatto un contenitore, o se preferite un’etichetta, che ben si adatta a tutto ciò che non è riconducibile alla sinistra, basta aggiungervi un opportuno aggettivo e il gioco è fatto. Abbiamo infatti una Destra reazionaria, tradizionalista, e antimoderna, quella di De Maistre e di René Guénon, una Destra cristiana conservatrice, quella compassionevole dei teocon americani patrocinata e sostenuta da Bush, un Destra monarchica e una Destra repubblicana, la Destra storica di Cavour; abbiamo una Destra razzista, quella del National Party sud africano di De Klerk e del Ku Klux Klan americano e una Destra golpista, quella dei colonnelli greci, di Pinochet e di Videla e, per finire, la contraddittoria Destra sociale.

Insomma c’è una destra per tutti, per tutti i gusti e per ogni convenienza.

Queste destre, tra loro distanti e spesso in conflitto, hanno però qualcosa in comune. Hanno in comune, in antitesi alla sinistra, un certo patriottismo identitario e, soprattutto, l’accettazione del principio del libero mercato teorizzato da Adam Smith il quale sostiene, come il suo omologo di sinistra Karl Marx, che alla base di una moderna società vi siano solo le dinamiche economiche, tutto il resto fa da corollario.

Per la destra lo Stato è una sovrastruttura, spesso costosa e inefficiente, tuttavia indispensabile per garantire la massima diffusione dell’economia liberale. Non a caso lo slogan preferito della destra è: meno stato e più mercato.

La Destra, declinata come dir si voglia, è quindi sinonimo di capitalismo, come sinistra è sinonimo di egualitarismo.

Il termine “destra” nasce ufficialmente in Francia nel 1789 con la “Rivoluzione Francese” per indicare i parlamentari dell’Assemblea Costituente che siedono alla destra della presidenza.

In quella grande mattanza, tra teste mozzate e terrore giacobino, va al potere la borghesia illuminata e nasce la moderna democrazia parlamentare, forma di stato basata sul potere assoluto dei partiti che, come ben sappiamo, invadono e sfruttano ogni ambito della società civile.

Da precisare che il termine democrazia viene spesso usato a sproposito come sinonimo di libertà, pluralismo e rispetto dei diritti umani. Niente di più errato: Voltaire, ad esempio, ritenuto il padre della democrazia, era, come una buona parte dei pensatori illuministi razzista, antisemita e sostenitore della schiavitù americana.

In Italia il termine destra fa la sua prima apparizione nel 1861 con il primo Parlamento unitario per indicare, anche in questo caso, i deputati e i senatori che si collocano a destra nell’emiciclo.

L’Italia risorgimentale nasce ad opera della borghesia piemontese con il sostegno militare ed economico delle massonerie di Francia e Inghilterra di cui il movimento carbonaro, come pure la Giovine Italia di Mazzini, erano un’emanazione e viene strutturata sul modello francese a partire dalla bandiera tricolore, altro simbolo massonico. Nasce così uno stato fortemente centralizzato e repressivo che a Milano con Bava Beccaris spara cannonate sulla folla che chiede il pane e nel sud d’Italia si impone con le baionette e con massacri indicibili di contadini: questa è la destra elitaria che ha fatto l’unità d’Italia nella totale indifferenza popolare.

Anche se molti cattolici hanno attivamente partecipato al risorgimento come Manzoni, Silvio Pellico e Massimo D’Azeglio, il nuovo stato unitario voluto dalla destra è fortemente anticlericale e avversato dalla Chiesa per la questione di Porta Pia che ha posto fine, dopo due millenni, al suo potere temporale.

Alla confisca dei beni ecclesiastici e alla chiusura dei conventi operati dalla destra storica al potere, la Chiesa romana di Papa Pio IX reagì scomunicando Vittorio Emanuele II e, con il famoso “non expedit”, proibendo ai cattolici di partecipare attivamente alla vita politica italiana. I cattolici torneranno ad impegnarsi in politica solo dopo il primo dopoguerra con il Partito Popolare di Don Sturzo.

L’Italia governata dalla destra è totalmente priva di servizi sociali: non esiste la scuola pubblica, le uniche scuole sono private e destinati ai figli della borghesia o confessionali; la sanità, anch’essa privata, è riservata ai ricchi, i meno abbienti devono affidarsi alle strutture caritatevoli. Non esiste ne pensione ne assistenza contro gli infortuni: un operaio o un contadino che subiva un incidente sul lavoro era abbandonato a se stesso; lo sfruttamento minorile era una pratica ritenuta normale ed ampiamente diffusa. Questa era l’Italia voluta e governata dalla destra che raccoglierà Mussolini nel 1922.

Il Fascismo, e qui entriamo in uno dei più grandi equivoci semantici della storia e della politica, viene considerato dalla pubblicistica marxista, e comunemente accettato, come fenomeno di destra. Niente di più errato.

Il Fascismo con la destra non ha nulla a che spartire.

Sfido chiunque a citarmi un qualunque documento di epoca fascista in cui si parla di destra. Anzi in un suo celebre discorso Mussolini ebbe a dire: “I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari. Le nostre idee appartengono a quelle che in regime democratico si chiamerebbero “di sinistra”; il nostro ideale è lo Stato del Lavoro…noi siamo i proletari in lotta contro il capitalismo….il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra”. Così Benito Mussolini.

Il Fascismo non è ne destra ne sinistra, ma è una sintesi tra le due ideologie arricchite con delle felici intuizioni finalizzate all’interesse nazionale.

Il Fascismo infatti integra la libertà d’impresa e la tutela della proprietà privata della destra con il principio di giustizia sociale della sinistra, inserendovi la "Socializzazione delle Imprese", ossia la partecipazione dei lavoratori alla ripartizione degli utili e alla gestione delle grandi aziende e il principio corporativo della democrazia diretta attraverso l’ingresso nel Parlamento e nelle Istituzioni dei rappresentanti della società civile. Nasce così lo Stato Sociale Corporativo, terza via tra socialismo e capitalismo (anche se solo parzialmente realizzato, calato dall’alto e attuato in una cornice totalitaria, processo poi interrotto dalle vicende belliche). In quegli anni, grazie al sostegno del governo e alla diffusa libertà d’impresa, nascono o si rafforzano tutte le grandi industrie, ora finite in mani straniere dopo essere state svuotate e trasformate in semplici marchi.

Stato sociale che ha permesso all’Italia, attraverso un vasto piano di opere pubbliche e alla nascita di istituiti come l’INPS, l’INAIL, l’IRI e provvedimenti come l’abolizione del lavoro minorile, i contratti di lavoro collettivi, la riduzione dell’orario di lavoro,  l’assistenza all’infanzia, le case popolari e le terre risanate ai contadini… di rimanere in piedi quando a seguito della crisi di Wall Street del ’29 tutte le economie occidentali di stampo capitalista crollavano miseramente trascinando nella miseria, nella violenza diffusa, nella disoccupazione e nella fame più nera milioni di persone, sopratutto in America, Germania e Inghilterra. Ma non l’Italia.

Stato sociale fascista poi ripreso da Rooswelt con il New Deal americano che, tuttavia, non sortì alcun effetto in quanto applicato in un contesto capitalista (l’America uscì dalla depressione solo con l’entrata in guerra, fortemente voluta dall’influente apparato industriale e finanziario americano).

Con la seconda guerra mondiale si conclude l’esperienza fascista, ma non le sue idee che vengono riprese dal Movimento Sociale Italiano, erede della Repubblica Sociale Italiana.

Inizialmente il Msi si dichiara apertamente fascista. Con l’introduzione della legge Scelba del ’52 che vieta la ricostruzione del partito fascista si pone i problema di come definirsi. Iniziò allora a circolare la parola destra che fu ufficializzata nel 1973 da Almirante con la nascita della Destra Nazionale. Anche i simboli cambiano con l’abbandono del fascio littorio sostituito dalla croce celtica, anche se estranea alla tradizione romano-fascista.

In quegli anni, caratterizzati da un fortissimo avanzamento politico della sinistra marxista, il Msi subisce una vera e propri invasione di giovanotti borghesi timorosi di perdere la fabbrichetta del babbo o la seconda casa al mare. Queste nuove leve di fascista non hanno assolutamente nulla, del fascismo hanno assimilato solo gli aspetti esteriori in chiave folcloristica e il mito della violenza (viva Duce, saluti romani e morte ai compagni: in questi slogan – purtroppo ancora in voga – si riassume il loro livello culturale). In realtà questi missini sono solo degli anticomunisti che, delusi dalla Dc del compromesso storico, vedono nel Msi una diga contro il comunismo dilagante.

Questa nuova linfa contribuirà a spostare il Msi su posizioni di destra filoamericana e costituirà, soprattutto con l’ascesa di Gianfranco Fini alla presidenza del Fronte della Gioventù nel 1977, la nuova classe dirigente del partito. Nomenclatura che ritroveremo poi ai vertici di Alleanza Nazionale divenuta prima corrente esterna di Forza Italia e poi fagocitata dal partito di Berlusconi, non dopo aver abbandonato tutti gli ideali e valori che hanno caratterizzato i cinquant’anni del Msi.

Con la nascita di Alleanza Nazionale finalmente la destra fa la destra, abbandona definitivamente tutte le residue connotazioni fasciste per accettare appieno il modello americano, quello del pugno duro, della tolleranza zero e della meritocrazia esasperata, contribuisce al definitivo smantellamento dello Stato sociale, diventa antifascista e laica, sostiene Israele e accetta il mito del libero mercato, la società multietnica e la globalizzazione economica. Del vecchio Msi rimane solo un certo patriottismo oramai scolorito che cozza con la politica estera scodinzolante nei confronti dell’America e il mito identitario che fa a pugni con l’apertura all’immigrazione, soprattutto islamica.

E veniamo alla Destra Sociale che rappresenta il tentativo velleitario e per certi versi truffaldino di conciliare il fascismo sociale e riformatore con il libero mercato, attraverso la formuletta della “economia sociale di mercato” che altro non è che capitalismo caritatevole.

In questo contesto si spaccia per sociale ciò che in realtà è solo assistenzialismo per giunta gestito dai privati che ne fanno un vero e proprio business, allo Stato è riservato l’onere di mantenere, con i cosiddetti ammortizzatori sociali, i disoccupati scaricati dagli industriali che trovano più remunerativo chiudere le fabbriche in Italia per poi riaprirle all’estero (in epoca fascista una tale politica, oggi favorita dalla destra, non sarebbe stata tollerata perché contraria all’interesse nazionale).

La Destra Sociale sostiene la cogestione tedesca, l’azionariato operaio americano e il principio di sussidiarietà di Leone XIII che altro non sono che espedienti per rendere il capitalismo un tantino umano e togliersi dai piedi i relitti della società, ma che nulla hanno a che spartire con lo Stato Sociale Fascista e con la socializzazione delle Imprese della Repubblica Sociale Italiana.

Il Progetto di Destra Sociale era destinato fin dall’inizio a fallire perché o si è di destra o si è fascisti. Alemanno, il principale esponente di questa corrente, una volta eletto Sindaco di Roma grazie a Berlusconi ha trovato del tutto naturale passare dall’altra parte della barricata, mentre le destre che si definiscono sociali (la Destra di Storace e la Fiamma di Romagnoli) si sono tutte accasate alla corte di Berlusconi che, come ben sappiamo, a parte il piglio decisionista che tanto piace a destra, di fascista e di sociale ha ben poco.

Fine ingloriosa di una destra che pensava di essere altro.

 

Gianfredo RUGGIERO, presidente Circolo culturale Excalibur

 

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Presidente del Circolo Culturale Excalibur - Alternativa Verde
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39 risposte a DESTRA O DELLA CONFUSIONE

  1. Gianfredo ha detto:

    bell\’articolo che mi trova d\’accordo al 99%salutiMatteo DaneseFNVicenza.net

  2. Gianfredo ha detto:

    Mio caro Alessandro,finiamola una volta per tutte con le ipocrisie e e gli infingimenti ed abbiamo il coraggio dei nostri pensieri e delle nostre azioni: o si è di destra o si è fascisti.Noi la scelta , che non è solo linguistica, l\’abbiamo fatta da tempo. Siamo, lo diciamo e lo scriviamo, FASCISTI, non in senso nostalgico o romantico (…quando c\’era lui..) bensi in senso politico-istituzionale. il Fascismo, mio caro amico, non si celebra, non si rinnega, non si condanna…SI STUDIA!!!saluti. Gianfredo—-Messaggio originale—-Da: ladestra.alessandropucci@live.itData: 10/04/2010 2.25A: Ogg: Ricordarsi qual\’è l\’essenza della destra italiana………………..Cos’è Area Destra…Pubblicato da Area Destra il 15 – gennaio – 2010 – http://www.AREADESTRA.IT

  3. Gianfredo ha detto:

    Grazie a Lei per l\’attenzione e cordiali saluti.Gianfredo Ruggiero>—-Messaggio originale—->Da: gerbono@ >Data: 09/04/2010 9.37>A: <excaliburitalia@libero.it>>Ogg: R: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA &quot;DESTRA&quot;>>Ho apprezzato molto la nota sulla destra che non c\’è, anche se tutti se ne riempiono la bocca.>Come della sinistra…>Una disamina storica chiara e illuminante soprattutto per i giovani.>Grazie>

  4. Gianfredo ha detto:

    Grazie e cordiali saluti.Circolo ExcaliburMessaggio originale—-Da: oscarmarino.om@Data: 09/04/2010 0.07A: "EXCALIBUR"<excaliburitalia@libero.it>Perfetta analisi della destra. Mi ci trovo bene. Congratulazioni e avanti, ragazzi, il testimone è in buone mani.Oscar Aldo Marino.

  5. Gianfredo ha detto:

    Grazie e cordiali saluti.Gianfredo—-Messaggio originale—-Da: antonino-amato800@alice.itData: 08/04/2010 9.05A: <excaliburitalia@libero.it>Ogg: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Molti abbiamo detto le cose che tu scrivi. Tu ne hai fatto una sintesi felice. Prosit. Passo il tuo messaggio ad alcuni amici comuni. Ciao, Antonino

  6. Gianfredo ha detto:

    Grazie e complimenti per il tuo assiduo impegno sociale.Gianfredo—-Messaggio originale—-Da: aeroportomalpensa@gmail.comData: 08/04/2010 0.12A: <excaliburitalia@libero.it>Ogg: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"bell\’articolo, ciaoIl giorno 07 aprile 2010 21.25, EXCALIBUR <excaliburitalia@libero.it> ha scritto:

  7. Gianfredo ha detto:

    Grazie e cordiali saluti.Gianfredo—-Messaggio originale—-Da: bateugenio@yahoo.itData: 08/04/2010 18.26A: <excaliburitalia@libero.it>Ogg: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Caro Gianfredo,CONGRATULAZIONI!!!! Bellissimo e chiarissimo articolo da far circolare il più possibile.Camerateschi saluti.Eugenio

  8. Gianfredo ha detto:

    razie e cordiali saluti.GianfredoP.s.: sei molto più giovane tu di certi giovani "neofasciti".—-Messaggio originale—-Da: libreria@laconoscenza.euData: 08/04/2010 18.54A: <excaliburitalia@libero.it>Ogg: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Gianfredo, la tua analisi sulla "destra" è…un CAPOLAVORO! E\’ una vita che cerco di dividere il fascismo dalla destra ma….Sono un vecio stanco…Sei gioavne, vai avanti così. Angelo Faccia

  9. Gianfredo ha detto:

    Carissimo, pubblica pure, ne sono onorato.A presto.Gianfredo—-Messaggio originale—-Da: nicola.cospito@libero.itData: 08/04/2010 18.57A: <excaliburitalia@libero.it>Ogg: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Ottimo Ruggiero. Hai fatto un buon lavoro di cui sono in molti ad avere bisogno.Dobbiamo ripartire dalla chiarezza. Ci autorizzi a pubblicarlo su Progetto Sociale ? Grazie Nicola Cospito

  10. Gianfredo ha detto:

    Grazie per l\’attenzione e cordialissimi saluti.Gianfredo—– Original Message —– From: redazione@terrasantalibera.org To: excaliburitalia@libero.it Sent: Saturday, April 10, 2010 1:51 PMSubject: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"OTTIMO, COME SEMPRE.Siamo fuori sede per alcune conferenze sulla Palestina, in compagnia di don Curzio Nitoglia: ora siamo in Sicilia.Appena possibile desideriamo pubblicare questo articolo, il quale rende bene l\’idea della truffa politica e dialettica, nella confusione generale.Buon lavoro.Filippo Fortunato Pilatoper http://www.terrasantalibera.org

  11. Gianfredo ha detto:

    Non conosco gli altri articoli del signor Ruggiero, ma questo mi pare piuttosto pertinente il cui scopo, credo, è far capire che l’ ideologia della destra di una volta è morta insieme a quella della sinistra per trovarsi tutti non al "centro" ma in un "sotto" dove si puo stare tutti insieme e d accordo nel fare dell\’altro e non per il bene comune.[/quote].Signor grilmi lei è uno dei pochi dotati di razioncinio qui dentro, infatti è riuscito a capire bene il mio discorso anche se non ci siamo con la conclusione ……Il fine ultimo della politica è solo il bene comune , cosi il fine della destra ,la quale è quella forza che cerca sempre di fare un ragionamento giusto all\’interno del conglomerato sociale e se ne discosta qualora il suo ragionamento non sia piu giusto ….E come cerca di farlo sto discorso giusto ?Appellandosi a dei valori etici generali indiscutibili per nessuno che stanno al di sopra dell\’uomo …..che non sono affatto basati sull\’iniquo ugualitarismo livellatore …ma sulla giustizia sociale . Cio che è attinente alla giustizia sociale è tutto il campo dove la destra spazia . Poi esiste una giustizia personale attinente a un discorso piu religioso,ma non è il campo della politica …Mentre la sinistra si rifà a opinioni culturali ,analisi economiche piu o meno giuste di questo o quel pingo pallino che abbia notato una diacronia sociale , perde però di vista sempre sia l\’etica e sia il fine del bene comune come conseguenza ,non avendo valori definiti a cui apppellarsi ,ma soltanto dei fini indefiniti e ipotetici ; ideali dove tutte le mucche sono sempre rosse,anzi il fine ultimo diventa criticare ,disrtruggere qualsiasi potere che si oppone al raggiungimento del propio potere. La destra ha la stella polare del diritto naturale con la quale si dirige nelle sue scelte . Tempeste magnetiche oppure un lungo inverno di nubi possono oscurare la visone del cielo ,ma alla fine , basta uno sprazzo di cielo aperto,o una nottata di cielo limpido ,che la destra riconosce la sua meta e subito sa dove dirigere la nave .—– Original Message —– From: EXCALIBURTo: gladiator14@alice.itSent: Saturday, April 10, 2010 9:19 AMSubject: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"

  12. Gianfredo ha detto:

    Ho apprezzato molto la nota sulla destra che non c\’è, anche se tutti se ne riempiono la bocca.Come della sinistra…Una disamina storica chiara e illuminante soprattutto per i giovani.Grazie

  13. Gianfredo ha detto:

    Carissimo Carmelo,io, al contrario del tuo pensiero (che comprendo e rispetto), sono fermamente convinto che è in quella esperienza storica, politica e, sopratutto, istituzionale che possiamo trovare tutti quegli elementi utili per avviare un serio dibattito per costruire l\’alternativa sociale e partecipativa a questo schifo di sistema americanocentrico.Al contrario di molti che si definiscono "fascisti", io il fascismo non lo celebro e non lo rimpiango: lo studio.A presto.Gianfredo—– Original Message —– From: carmelo viola To: excaliburitalia@libero.it Sent: Thursday, April 08, 2010 4:48 PMSubject: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Caro Gianfredo Ruggiero, hai detto tante cose giuste da quell\’uomo giusto che certamente sei. Penso che tu sappia che io collaboro al quotidiano Rinascita di Ugo Gaudenzi e del mio antifascismo da quel socialista che sono sempre stato. Volevo dirti questo con la serenità di chi, passati gli anni ottanta, si sente vicino al capolinea. Non ho nè motivi di polemica nè meno che mai di concorrenza. Non devo conservare ne conquistare posti. La vita è la cosa più bella dell\’universo ma può essere anche una farsa. Non esiste una via intermedia fra socialismo e capitalismo. La terza via è stata una rispettabile velleità di Mussolini, il quale, per altro, si è lasciato sommergere da una corazza di contraddizioni, che non sto ad elencare. Io ti posso dire di riconoscergli ogni merito e di non identificare nel fascismo il male assoluto. Per questo, tra l\’altro, come saprai, propongo l\’abolizione della ricorrenza del 25 aprile come festa dell\’antifascismo che festeggia la (mai avvenuta) liberazione americana. Io sono per la convergenza e per il dovere di dare a ciascuno il suo ma anche per il dovere di tutta la verità, nient\’altro che la verità. Abbiti la mia amicizia ed un saluto fraterno. Carmelo R. Viola –

  14. Gianfredo ha detto:

    Condivido la considerazione storica…visto che questa politica insegue solo interessi individuali,come si fà a comunicare un\’Idea socialmente utile?Non voglio far soldi con le mie idee ma neppure concederle in pasto-gratuito al sistema di "uomini-seduti" che come parassiti attingono e poi progettano in modo approssimativo.grazie, Astelvio. astelviob@libero.it.

  15. Gianfredo ha detto:

    Carissimo,conosco la storia di Lavagnini come quella di molti altri, comunisti e fascisti, che dedero la vita per i loro ideali, giusti o sbagliati che a posteriori possano apparire. In quegli anni la violenza era di casa, ed il primo ad essere violento e repressivo era proprio lo Stato e i padroni.Giusto andare oltre.Saluti.Gianfredo—– Original Message —– From: circ.pro.g.landonio@tiscali.it To: excaliburitalia@libero.it Sent: Friday, April 09, 2010 11:54 PMSubject: R: GENESI ED EVOLUZIONE…27 febbraio 1921 in PDF. per non dimenticare. Saluti x andare molto oltre!CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA GIANCARLO LANDONIOVIA STOPPANI,15 -21052 BUSTO ARSIZIO –VA- Italia(Quart. Sant’Anna dietro la piazza principale) e-mail: circ.pro.g.landonio@tiscali.it ——————————————————Archivio documenti storici. Una nuova ripubblicazione del partito rivoluzionario in Italia Il settimanale L’Azione Comunista del 1921-22 Spartaco Lavagnini e la rivolta del proletariato toscano Tra le varie pubblicazioni del Partito Comunista d’Italia che abbiamo riportato alla luce non poteva mancare il settimanale fiorentino L’Azione Comunista. La collezione che abbiamo ricostruito può dirsi completa dal febbraio 1921 al giugno 1922: solo mancano i primi due numeri e alcuni altri sono rovinati e parzialmente leggibili. * * *Subito dopo il congresso di Livorno Spartaco Lavagnini fondava, a Firenze, il settimanale “L’Azione Comunista”. Giornale di battaglia e di dottrina: accanto agli articoli di lucidissima impostazione teorica e programmatica troviamo le cronache delle lotte del proletariato toscano presentate con quell’entusiasmo e quella fede che caratterizza solo i partiti rivoluzionari. Non il minimo lamento per i colpi subiti dal proletariato, ma la preparazione alla difesa ed all’offesa, senza mai nascondere le difficoltà. «Prospettiamo tutte le difficoltà che ci separano dalla realizzazione del comunismo e diciamo anche francamente che nel periodo di guerra civile che segnerà l’ascesa del proletariato al governo della cosa pubblica, trascorreremo giorni di lutti, di dolore e di miseria, accidentalità queste ultime gravi, ma inevitabili al raggiungimento del nostro massimo fine». Presentando qui la riproduzione in Dvd [per chi fosse interessato scrivere a: Ed. Il Partito Comunista – Casella postale 1157 – 50121 Firenze CCP 30944508 – icparty@international-communist-party.org] de L’Azione Comunista non possiamo esimerci dal ricordare l’assassinio vigliacco del nostro Spartaco, ma soprattutto vogliamo richiamare alla memoria la virile risposta di Firenze e della Toscana proletaria. Quella borghesia che aveva temuto Spartaco vivo dovette tremare di fronte a Spartaco morto. «Il partito comunista non ha fatto rosee promesse, né socchiuso gli occhi dei lavoratori alla visione di sogni dorati: esso ha parlato della necessità della lotta. L’azione rivoluzionaria, necessariamente violenta, necessariamente sanguinosa è azione che può rendere sublime il sacrificio, ma che il sacrificio esige, vuole, impone». Queste parole, scritte da Spartaco Lavagnini il giorno prima del suo assassinio, rappresentano il testamento politico di questa grande figura di comunista. Sembrava cosciente della sua imminente fine. Infatti, se immenso era l’affetto che il proletariato toscano e fiorentino riversava verso di lui, altrettanto era l’odio forsennato della borghesia. Si era in piena offensiva fascista, ma nella Toscana rossa le bande mussoliniane, sia nelle città sia nelle campagne trovavano valida resistenza che, in molte occasioni, si volgeva in offensiva. Le forze del neonato Partito Comunista erano sempre le animatrici di questa guerra di classe, ed ovunque si scorgeva la capacità organizzativa di Spartaco. Per questo la borghesia decretò il suo assassinio. La sera di domenica 27 febbraio 1921, una trentina di squadristi, che probabilmente si erano accorti della presenza del solo Spartaco all’interno del Sindacato Ferrovieri, vi fecero irruzione trivellandolo di colpi e devastando la sede sindacale. Erano circa le 6 del pomeriggio quando il proletariato toscano perdeva il suo massimo animatore, ucciso a tradimento mentre era intento al lavoro sindacale e di partito. Il Partito Comunista d’Italia era sorto da appena un mese e già riceveva il suo battesimo di sangue. La notizia dell’assassinio corse in maniera fulminea in tutta Firenze, enorme fu la commozione, il proletariato insorse, e Spartaco ancora una volta fece tremare la borghesia. Immediatamente ferrovieri, tranvieri, elettricisti interruppero spontaneamente il lavoro. Nella stessa sera i dirigenti del Partito Comunista assunsero la direzione dello sciopero estendendolo a tutte le categorie. Durante la notte furono tagliati i fili delle linee telefoniche e telegrafiche e lunedì Firenze proletaria era in rivolta. Gli operai «scesero in piazza e nelle vie e non inermi. Fu una lotta impari, ma combattuta con quello spirito di eroico sacrificio che solo anima le folle oppresse e provocate» (L’Azione Comunista, 5 marzo). Dall’azione di protesta si passò alla lotta armata. Ovunque sorgevano barricate, il proletariato respingeva gli attacchi nemici e contrattaccava. I fascisti che, guidati da «Giovanni Berta, figlio di pescecani», così dice la canzone, avevano tentato una incursione dentro il quartiere proletario di San Frediano, vennero immediatamente messi in fuga. Entrarono allora in azione le forze dell’ordine facendo uso di autoblindo. Nel corso della battaglia si distinsero le donne proletarie impegnando il nemico con lancio dai tetti di tegole e d’acqua bollente. Con un lavandino di marmo lanciato da una finestra misero fuori uso una autoblindo che tentava di forzare una barricata. Il 1° marzo lo sciopero continuava compatto, sia in città sia nella provincia, gli sconti armati si susseguivano e dai quartieri cittadini si allargavano alle periferie ed ai comuni limitrofi. Quando le autoblindo non furono più sufficienti lo Stato, allora democratico, fece ricorso al cannone ed alla mitragliatrice. «Per alcuni giorni la battaglia fu indecisa, l’artiglieria fu messa in funzione e quando la forza poté conquistare le prime posizioni innumerevoli furono gli atti di coraggio […] Firenze era caduta. La provincia resisteva ed a Siena, Scandicci, Empoli furono nuovi atti di coraggio e di sacrificio, ma la borghesia ebbe il sopravvento perché la Toscana restò isolata ed il giovane Partito Comunista non poteva determinare l’azione generale del proletariato italiano. Il proletariato toscano abbassò momentaneamente le armi senza cederle» (Prometeo, n.14, 15 marzo 1929). Come al solito, anche a Firenze e nella Toscana in rivolta, i fascisti, ricevute le prime legnate, si ritirarono fino a che lo Stato non fosse riuscito ad imporre l’ordine; solo allora irruppero nelle sedi proletarie, precedentemente espugnate con il cannone e svuotate, per decorare l’opera con la loro estetica di saccheggio e di fuoco. FONTE: Il Partito Comunista nr. 337 sett.-ott.2009 – Casella postale 1157 – 50121 Firenze

  16. Gianfredo ha detto:

    Grazie e cordiali saluti.Gianfredo Ruggiero—-Messaggio originale—-Da: luca_valentini@Data: 10/04/2010 21.04A: "EXCALIBUR"<excaliburitalia@libero.it>Ogg: RE: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Bella e calzante disamina, complimenti!

  17. Gianfredo ha detto:

    Carissimo Gianfredo, fai bene a studiare il fascismo ma è anche vero che bisogna evitare di complicare il discorso sociale rendendolo ambiguo e inaccessibile. Due concetti antagonisti, il capitalismo e il socialismo, sono sufficientemente chiari: non occorre aggiungerne altri. Il capitalismo è quanto si rifà alla predazione della giungla, che si traspone in maniera sempre più surrettizia e sofisticata ed ha come centro motore qualunque imprenditore privato; socialismo è quanto affida allo Stato (sociale, di diritto, ed ETICO) il compito di accudire la collettività ed ogni cittadino proprio come un buon padre di famiglia. Il che non vuol dire che non ci possano essere errori ed abusi: ogni effettiva evoluzione ha anche bisogno di una maggiore maturità morale ed empatica della generalità della gente. Purtroppo, nulla di perfetto c\’è nella storia dell\’uomo: è questa la sua caratteristica e la sua dannazione. Un saluto fraterno. Carmelo (R. Viola)^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^—– Original Message —– From: EXCALIBUR To: carmelo viola Sent: Saturday, April 10, 2010 6:34 PMSubject: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA" Carissimo Carmelo,io, al contrario del tuo pensiero (che comprendo e rispetto), sono fermamente convinto che è in quella esperienza storica, politica e, sopratutto, istituzionale che possiamo trovare tutti quegli elementi utili per avviare un serio dibattito per costruire l\’alternativa sociale e partecipativa a questo schifo di sistema americanocentrico.Al contrario di molti che si definiscono "fascisti", io il fascismo non lo celebro e non lo rimpiango: lo studio.A presto.Gianfredo —– Original Message —– From: carmelo viola To: excaliburitalia@libero.it Sent: Thursday, April 08, 2010 4:48 PMSubject: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA" Caro Gianfredo Ruggiero, hai detto tante cose giuste da quell\’uomo giusto che certamente sei. Penso che tu sappia che io collaboro al quotidiano Rinascita di Ugo Gaudenzi e del mio antifascismo da quel socialista che sono sempre stato. Volevo dirti questo con la serenità di chi, passati gli anni ottanta, si sente vicino al capolinea. Non ho nè motivi di polemica nè meno che mai di concorrenza. Non devo conservare ne conquistare posti. La vita è la cosa più bella dell\’universo ma può essere anche una farsa. Non esiste una via intermedia fra socialismo e capitalismo. La terza via è stata una rispettabile velleità di Mussolini, il quale, per altro, si è lasciato sommergere da una corazza di contraddizioni, che non sto ad elencare. Io ti posso dire di riconoscergli ogni merito e di non identificare nel fascismo il male assoluto. Per questo, tra l\’altro, come saprai, propongo l\’abolizione della ricorrenza del 25 aprile come festa dell\’antifascismo che festeggia la (mai avvenuta) liberazione americana. Io sono per la convergenza e per il dovere di dare a ciascuno il suo ma anche per il dovere di tutta la verità, nient\’altro che la verità. Abbiti la mia amicizia ed un saluto fraterno. Carmelo R. Viola –

  18. Gianfredo ha detto:

    —-Messaggio originale—-Da: luca_valentini@ Data: 10/04/2010 21.04A: "EXCALIBUR"<excaliburitalia@libero.it>Ogg: RE: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Bella e calzante disamina, complimenti!

  19. Gianfredo ha detto:

    Concordo pienamente, aggiungo che amo l\’Italia, ma non come è stata fatta. Grazie e cordiali saluti.Gianfredo—-Messaggio originale—-Da: rocconuzzo@gmail.comData: 11/04/2010 15.13A: <excaliburitalia@libero.it>Ogg: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"bellissimo articolo! il sottoscritto si batte da tanti anni, all\’interno della così-detta Area , affinchè si dia a Cesare quel che è di Cesare e non di più….nel senso che non ha alcun senso festeggiare il risorgimento , perchè per le modalità infime, borghesoidi e persino omicide che furono adottate dall\’apparato Garibaldi-cavour-savioia-patterson , bisognerebbe solo riflettere e ricordare quelli che cavuor chiamava "briganti". Purtroppo , accade nella realtà che quando si parla di revione del risorgimento vieni scambiato per leghista, anche se vivi a Sud del Sud, come il sottoscritto che vive vicino Gallipoli (Lecce)…Il monumento alla Patria, quello che chiamano altare è un inno alla massoneria liberale, liberista , e non c\’è nulla di anti-organico dell\’idea liberista, giacchè essa non è stata mai accettata da nessun popolo , ma, in nome della dea ragione, imposta con le armi e col sangue. Vi consiglio di fare una ricerca sui "fasci del lavoro " siciliani, formazione sindacale , nata nel 1891 in Sicilia e soffocata nel sangue due anni dopo da Nino Bixio. All\’organizzazione dei fasci del lavoro dedicò particolare attenzione l\’allora pontefice Leone XIII°, e da essa trasse l\’ispirazione per l\’enciclica "De rerum novarum". Ecco perchè i destroidi di allora sciolsero i fasci del lavoro, perchè rappresentavano la sintesi tra esigenze produttive (materiali) e cattolicesimo sociale .Vi saluto alla Nostra Maniera!

  20. Gianfredo ha detto:

    Caro Vincenzo,ha ragione quando afferma che il fascismo appartiene al passato, infatti a differenza di altri io il fascismo non lo rimpiango, ma neanche lo condanno: lo studio, perché sono convinto che è in quella esperienza, tragicamente troncata dalle vicende belliche e da errori madornale (vedi leggi razziali, colonialismo e…concordato con la Chiesa) , che possiamo trovare quegli elementi utili – quali ad esempio il principio della socializzazione e della partecipazione, della sovranità nazionale e dell’autosufficienza energetica e alimentare – per avviare un serio dibattito sulla alternativa sociale a questo sistema ultramaterialista e americanocentrico.Non dimentichiamoci cosa fu l’Italietta giolittiana dove imperversavano l’anticlericalismo più viscerale, il padronato sfruttatore e lo stato sabaudo repressivo e asociale. Mussolini modernizzò il nostro paese e inventò lo Stato Sociale (ora demolito in nome del libero mercato) che diede dignità al lavoro e ai lavoratori prima sfruttati e privi di diritti.E’ vero si affermò anche con i manganelli e l’olio di ricino, ma quale rivoluzione avvenne in passato, come ora, senza violenza? Pensiamo all’attuale democrazia parlamentare partorita nel sangue della Rivoluzione francese dove avvenne i primo genocidio europeo, quello della cristiana Vandea, pensiamo a Russia di Lenin e Stalin…neppure il cristianesimo, da questo punto di vista si salva, se pensiamo a come si affermò fin dai tempi dell’imperatore romano Teodosio che l’impose come religione di Stato e da allora incominciò la persecuzione dei politeisti e la sistematica distruzione dei templi elleni…cosa furono le crociate con il massacro di Gerusallemme con Papa Urbano II che incitava all’uccisione degli infedeli (Dio lo vuole, affermava incitando i cristianiani a massacrare i musulmani). Cosa fù il Medio Evo con la Santa inquisizione, il giudizio di Dio, Torquemada e le streghe al rogo? Carlo Magno decapitava chi non si convertiva. Come vennero evangelizzate le Americhe se non sul fil di spada dei conquistadores? Chi ha inventato l’antiebraismo se non la Chiesa con l’accusa rivolta agli ebrei di deicidio? Come vede, mio caro amico, ci sono tutti i presupposti per introdurre il reato di apologia di cristianesimo se consideriamo le nefandezze compiute in suo nome. E lei mi rinfaccia i manganelli e l’olio di ricino di Mussolini?Chi è senza peccato scagli la prima pietra.E veniamo ad oggi: le piace questa democrazia nata dalla resistenza? A me no, neanche un poco! E vero siamo liberi di parlar male di Berlusconi e di mettere un crocetta su una scheda e poi….. viviamo barricati in caso per paura dei ladri, nelle città, come nei paesi alla sera cala il coprifuoco, violenza, xenofobia, bullismo, precariato, famiglie sempre più idebitate e consumismo più sfrenato la fanno da padroni. Le televisioni (di Berlusconi o di Stato, oramai non fa differenza) ci propinano la peggiore spazzatura Made in Usa. Altro che Dio, Patria e Famiglia.Se a lei questo sistema piace perché convinto che i partiti abbiano portato, con il loro strapotere, benessere, libertà diffusa e grandi valori (e almeno questo lo ammetta: pessimi esempi), continui a sostenerlo e a criminalizzare la storia per paura che torni l’uomo nero, ma si ricordi che l’alternativa alla democrazia non è la dittatura, bensì la libertà, quella vera!Con rinnovata stima la saluto cordialmente.Gianfredo Ruggiero—-Messaggio originale—-Da: vocchipinti@alice.itData: 11/04/2010 15.52A: <excaliburitalia@libero.it>Ogg: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Gentile amico,lei mi fa venire in mente il passo di Luca: ³Š non lasciatevi ingannare. ³ ( Luca 21,8).Dopo duemila anni di Vangelo predicato e vissuto da non pochi, miti e idoli rinverdiscono con veemenza . Questo accade, dopo la nascita del pensiero scientifico e laico. Purtroppo, con notevoli conseguenze nella storia, si sono sostituiti a Dio, col peso dei miti più infausti, determinate persone, naturalmente in nome e per conto della razionalità, unica dea, della quale tali signori furono i degni sacerdoti. Ne ricordo alcuni, che hanno imperversato e imperversano ancora.Feuerbach. Gli uomini inventano Dio perché hanno gravi problemi irrisolti. Tolti i problemi, fine di Dio. Marx. La religione è l¹oppio dei popoli e contribuisce a renderli infelici. Tutta colpa dei padroni e della fede inventata dai preti e simili. I problemi degli uomini si risolvono con lo stato assoluto e ateo.Nietzsche. Dio è morto. Nulla ci può salvare. Rimane soltanto l¹uomo forte, sprezzante del dolore e della morte. Nasce il SUPERUOMO.Queste filosofie hanno portato ai disastri immani di ben due guerre mondiali, per non dire di rivoluzioni e stragi varie a contorno. Col fascismo e nazismo, l¹uomo diviene Dio, in senso satanico. Col comunismo, lo stato diventa un padrone spietato. Sartre. Dopo tali disastri, per alcuni decenni, durante e dopo la seconda guerra mondiale, ecco la novità di costui. Di certo un gran cervello, un formidabile prosatore e oratore. Per lui, Dio è effettivamente morto, e non c¹è nessuna speranza per l¹uomo. Inventa così l¹esistenzialismo. In altri termini: si vive, aspettando di crepare. In questo disperato mondo, l¹intellettuale ha però un ruolo insostituibile: ammaestrare i semplici e portarli alla lotta per il riscatto. C¹è chi l¹adora. Sartre diviene il novello ³ nume ³, forse infallibile, così pontifica e detta dogmiŠ ma ad un certo punto tira le cuoia pure lui. Resta il suo messaggio di fondo, desolante più che malefico: non vale la pena di vivere.Dato che lei mi ricorda ancora una volta il suo punto di vista sulla destra, sulla sinistra e sulla democrazia, sono costretto a ripeterle che lei parla di miti defunti, Mussolini e fascismo compresi.Non nego che Mussolini abbia iniziato la sua carriera politica con ottime intenzioni, ma la storia si è chiusa su lui ed io lo considero uno dei peggiori politici del novecento, dati i disastri da lui e amici provocati. Non faccio fatica ad ammettere che comunisti e nazisti abbiano fatto peggio di lui, ma con ciò non si possono giustificare le sue nefandezze.Sono anche disponibile a cancellare la parola DEMOCRAZIA, purché se ne trovi un\’altra che, in teoria e in pratica, sia perfettamente coniugabile con VERITA\’ e LIBERTA\’, senza approssimazioni né limitazioni. Per evitare equivoci: VERITA\’ e LIBERTA\’ non escludono leggi e regole che aiutino a vivere la vita di tutti.Già una volta la invitai ad inventare un sistema sostitutivo dell\’attuale in cui viviamo, ma nulla mi giunge. Mi giungono solo cose vecchie, miseramente mitiche, anzi morte.Grazie.Cordialmente.Vincenzo Occhipinti

  21. Gianfredo ha detto:

    —-Messaggio originale—-Da: maurizioluigi.cabona@ Data: 11/04/2010 11.35A: <excaliburitalia@libero.it>Ogg: DESTRA ecc.Caro Gianfredo,la tua è una sintesi precisa del passaggio dal neofascismo a oggi. Aggiungo che l\’afflusso post-68 di un\’estrema destra ceto-mediale, più che borghese, nei ranghi missini corrispose a quella dell\’estrema destra monarco-liberale nei ranghi fascisti dopo la fondazione (1921) del Pnf, che rinnegava i principi dei Fasci del 1919. L\’opportunismo mussoliniano fu però corretto dall\’esigenza di ampliare il consenso fra l\’ex elettorato socialista con misure previdenziali, poi dalla crisi economica del 1929: al capitalismo in crisi, il fascismo – bolscevismo depotenziato – un credibile vaccino al bolscevismo, peraltro ormai ampiamente reso nazionale e non cosmopolita da Stalin. In questo senso l\’intervento italiano in Spagna fu concordato con la Gran Bretagna, sebbene gli storici generalmente non lo scrivano.L\’opportunismo finiano non ha invece trovato correttivi, ma incentivi. Del resto Mussolini nemmeno sognò d\’avere truppe in Afghanistan e in Irak, in Mozambico e in Libano, come invece accade ormai da tempo a vari e più banali preisdenti del Consiglio.La storia fa gli uomini più di quanto gli uomini facciano la storia. Con stima.Maurizio

  22. Gianfredo ha detto:

    Original Message —– From: redazione@terrasantalibera.org To: excaliburitalia@libero.it Sent: Saturday, April 10, 2010 1:51 PMSubject: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"OTTIMO, COME SEMPRE.Siamo fuori sede per alcune conferenze sulla Palestina, in compagnia di don Curzio Nitoglia: ora siamo in Sicilia.Appena possibile desideriamo pubblicare questo articolo, il quale rende bene l\’idea della truffa politica e dialettica, nella confusione generale.Buon lavoro.Filippo Fortunato Pilatoper http://www.terrasantalibera.org

  23. Gianfredo ha detto:

    —– Original Message —– From: <gerbono@alice.it>To: <excaliburitalia@libero.it>Sent: Friday, April 09, 2010 9:37 AMSubject: R: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Ho apprezzato molto la nota sulla destra che non c\’è, anche se tutti se ne riempiono la bocca.Come della sinistra…Una disamina storica chiara e illuminante soprattutto per i giovani.Grazie

  24. Gianfredo ha detto:

    —– Original Message —– From: Nicola Cospito To: excaliburitalia@libero.it Sent: Thursday, April 08, 2010 6:57 PMSubject: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Ottimo Ruggiero. Hai fatto un buon lavoro di cui sono in molti ad avere bisogno.Dobbiamo ripartire dalla chiarezza. Ci autorizzi a pubblicarlo su Progetto Sociale ?GrazieNicola Cospito

  25. Gianfredo ha detto:

    —– Original Message —– From: Eugenio Battaglia To: excaliburitalia@libero.it Sent: Thursday, April 08, 2010 6:26 PMSubject: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Caro Gianfredo,CONGRATULAZIONI!!!! Bellissimo e chiarissimo articolo da far circolare il più possibile.Camerateschi saluti.Eugenio——————————————————————————–Da: EXCALIBUR <excaliburitalia@libero.it>A: bateugenio@yahoo.itInviato: Gio 8 aprile 2010, 13:57:59Oggetto: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"

  26. Gianfredo ha detto:

    —– Original Message —– From: "astelviob" <astelviob@libero.it>To: "excaliburitalia" <excaliburitalia@libero.it>Sent: Thursday, April 08, 2010 3:56 PMSubject: Re:GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Condivido la considerazione storica…visto che questa politica insegue solo interessi individuali,come si fà a comunicare un\’Idea socialmente utile?Non voglio far soldi con le mie idee ma neppure concederle in pasto-gratuito al sistema di "uomini-seduti" che come parassiti attingono e poi progettano in modo approssimativo.grazie, Astelvio. astelviob@libero.it.

  27. Gianfredo ha detto:

    —– Original Message —– From: GENTES To: excaliburitalia@libero.it Sent: Thursday, April 08, 2010 9:05 AMSubject: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Molti abbiamo detto le cose che tu scrivi. Tu ne hai fatto una sintesi felice. Prosit.

  28. Lupo ha detto:

    Sta girando per diversi canali e blog di internet e mi é giunta anche per mail una attenta ed interessante analisi di Gianfredo Ruggiero del Circolo culturale Excalibur di Varese dal titolo: Genesi ed evoluzione della parola "Destra".A parte qualche lievre imprecisione (come per esempio la "destra rautiana" che tale non é mai stata) e qualche dimenticanza (per esempio non citare la corrente di "sinistra nazionale" interna al MSI di Beppe Niccolai), direi che ci siamo sul contenuto approfondito. Rimane ora solo da definire la sintesi; e questa -pare evidente dallo scritto – non può essere certamente un contenitore che promuove una "area" ormai culturalmente di "Destra".Noi abbiamo lanciato un\’altrainiziativa,e vediamo ora chi risponde sul campo, oltre le analisi.M.C. – Centro Studi Socialismo Nazionale

  29. Gianfredo ha detto:

    Caro Gianfredo,la tua è una sintesi precisa del passaggio dal neofascismo a oggi. Aggiungo che l\’afflusso post-68 di un\’estrema destra ceto-mediale, più che borghese, nei ranghi missini corrispose a quella dell\’estrema destra monarco-liberale nei ranghi fascisti dopo la fondazione (1921) del Pnf, che rinnegava i principi dei Fasci del 1919. L\’opportunismo mussoliniano fu però corretto dall\’esigenza di ampliare il consenso fra l\’ex elettorato socialista con misure previdenziali, poi dalla crisi economica del 1929: al capitalismo in crisi, il fascismo – bolscevismo depotenziato – un credibile vaccino al bolscevismo, peraltro ormai ampiamente reso nazionale e non cosmopolita da Stalin. In questo senso l\’intervento italiano in Spagna fu concordato con la Gran Bretagna, sebbene gli storici generalmente non lo scrivano.L\’opportunismo finiano non ha invece trovato correttivi, ma incentivi. Del resto Mussolini nemmeno sognò d\’avere truppe in Afghanistan e in Irak, in Mozambico e in Libano, come invece accade ormai da tempo a vari e più banali preisdenti del Consiglio.La storia fa gli uomini più di quanto gli uomini facciano la storia. Con stima.Maurizio

  30. Gianfredo ha detto:

    bellissimo articolo! il sottoscritto si batte da tanti anni, all\’interno della così-detta Area , affinchè si dia a Cesare quel che è di Cesare e non di più….nel senso che non ha alcun senso festeggiare il risorgimento , perchè per le modalità infime, borghesoidi e persino omicide che furono adottate dall\’apparato Garibaldi-cavour-savioia-patterson , bisognerebbe solo riflettere e ricordare quelli che cavuor chiamava "briganti". Purtroppo , accade nella realtà che quando si parla di revione del risorgimento vieni scambiato per leghista, anche se vivi a Sud del Sud, come il sottoscritto che vive vicino Gallipoli (Lecce)…Il monumento alla Patria, quello che chiamano altare è un inno alla massoneria liberale, liberista , e non c\’è nulla di anti-organico dell\’idea liberista, giacchè essa non è stata mai accettata da nessun popolo , ma, in nome della dea ragione, imposta con le armi e col sangue. Vi consiglio di fare una ricerca sui "fasci del lavoro " siciliani, formazione sindacale , nata nel 1891 in Sicilia e soffocata nel sangue due anni dopo da Nino Bixio. All\’organizzazione dei fasci del lavoro dedicò particolare attenzione l\’allora pontefice Leone XIII°, e da essa trasse l\’ispirazione per l\’enciclica "De rerum novarum". Ecco perchè i destroidi di allora sciolsero i fasci del lavoro, perchè rappresentavano la sintesi tra esigenze produttive (materiali) e cattolicesimo sociale .Vi saluto alla Nostra Maniera!

  31. Gianfredo ha detto:

    —– Original Message —– From: aldocavalli@libero.it To: excaliburitalia@libero.it Sent: Monday, April 12, 2010 5:32 AMSubject: R: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Questo articolo interessante, mostra che per fortuna esiste ancora memoria e capacità di analisi a fronte della dilapidazione di valori cui assistiamo ogni giorno e che costituisce occasione di costernazione e sofferenza per chiunque abbia compassione per questo Paese martoriato e mal governato. Il fenomeno dell\’astensione dal voto, che ha raggiunto una percentuale significativa, mostra la crescente delusione e disincanto di un popolo ingannato da una classe dirigente degradata e corrotta.

  32. Gianfredo ha detto:

    —– Original Message —– From: Calo\’ Pietro To: \’excaliburitalia@libero.it\’ Cc: \’Giorgio Vitali\’ Sent: Monday, April 12, 2010 11:53 AMSubject: R: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Cari amici,è noto che Fini, come Almirante, sogna una “Nuova repubblica” presidenziale di tipo “gollista”. Paradossalmente anche il repubblicano e antifascista De Gaulle, nemico numero uno dell’ O.A.S. e artefice della neocolinizzazione, viene considerato di “Destra”. Basta poi un’occhiata al libro “Le idee a posto” di De Benoist per capire che la “Nuova Destra”, contrariamente a quello che il titolo indurrebbe a pensare, non crede nell’esistenza di un’”Ordine Naturale”. Troverete una critica autorevolissima al presidenzialismo gollista nel libro “Il tiranno senza volto” di Giuseppe Maranini. Purtroppo non ricordo la casa editrice che lo pubblicò negli anni ’60 e non so se sia stato ristampato. Scrivo “autorevolissima” perché Maranini, nonostante le sue critiche al gollismo, fu reclutato da Randolfo Pacciardi,ex partigiano della “Brigata Garibaldi” nel suo movimento “Nuova Repubblica”. Una critica della c.d. “Nuova Destra” si trova nel libro di Italo Mancini “Il pensiero negativo della “Nuova Destra”” (Ed. Mondadori).Cordiali salutiPiero Calò

  33. Gianfredo ha detto:

    Il problema mi sembra ben posto, ma non completato; in effetti, e tenendo presente che sono moltissimi coloro che, in Italia ed in tutt\’Europa, NON solo si definiscono di destra, ma che sono convintissimi di essserlo ( e lo sono effettivamente ogniqualvolta discutono, agiscono in società e soprattutto vanno a votare) il problema deve essere posto in termini storici. Ed è qui che casca l\’asino! NON è vero, infatti, che il MSI fosse un partito neofascista, perchè nEI fatti esso è nato, è sopravvissuto, ha agito in società ed in Parlamento in modo da GABELLARE I REDUCI SOCIALREPUBBLICANI ( che erano moltissimi), stante il fondamentale problema posto dal SISTEMA post-bellico, di tenerli a bada, indirizzandoli verso finalità che con il fascismo aveva ben poco a che spartire. La nascita del MSI coincide anche con la fine dell\’Uomo Qualunque, partito che stava dando non poche preoccupazioni ai governi detti di centro destra, ma in realtà di COALIZIONE. Quasto è quanto ho scritto stamane sull\’argomento. Giorgio Vitali— Lun 12/4/10, excaliburitalia@libero.it <excaliburitalia@libero.it> ha scritto:Da: excaliburitalia@libero.it <excaliburitalia@libero.it>Oggetto: R: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"A: p.calo@trenitalia.itCc: "Giorgio Vitali" <vitali.giorgio@yahoo.it>Data: Lunedì 12 Aprile 2010, 20:25Il senso del mio intervento era quello di evidenziare la contraddizione di che si crede fascista e poi si definisce di destra, non sapendo (santa ignoranza) che il fascismo con la destra non ha nulla a che spartire.Ancora oggi a molti politici e intellettuali manca il coraggio di definirsi in maniera conforme al loro pensiero. Pur collocandosi nel solco della cultura del ventennio hanno rigettato l’unica definizione appropriata, cioè quella di fascista, per poi appiccicarsi addosso quella di destra nella speranza, illusoria, di non essere emarginati.Saluti.Gianfredo

  34. Gianfredo ha detto:

    —– Original Message —– From: Ottavio Amatruda To: excaliburitalia@libero.it Sent: Monday, April 12, 2010 9:36 PMSubject: Re: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA "DESTRA"Caro Gianfredo Ho letto con interesse e condivido la tua analisi della parola destra. Quello che vorei fosse chiarito è che il razzismo non fa parte del patrimonio genetico dell\’italiano e del fascismo. Le leggi razziali del 38 furono una vergogna e sancirono la fine del ventennio, gli ebrei italiani erano italiani e fascisti come e più degli altri. Italo Balbo in Libia aveva fatto scuole dove si insegnava la religione islamica come quella cattolica e fregandosene delle leggi razziali aveva mantenuto i suoi collaboratori senza differenza di razza o di religione. I dittatori anche illuminati preferiscono cretini ubbidienti ad amici validi ma indipendenti e come vedi sono essi stessi responsabili della rovina.Analisi condivisibile ok per quanti si riconoscono per sensibilità, tradizione familiare, amore delle tradizioni e della verità storica ecc nella tradizione fascista. Ma ora oltre che sentirsi reduci tutto questo a cosa serve? Se non c\’è un progetto non è solo un parlarsi addosso ed in fondo differenziare le persone per cosa pensano non ti sembra infantile non è più utile vedere cosa fanno? un ladro resta tale se è fascista o comunista, di destra o di sinistra. Poi il comune sentire dovrebbe unire e non dividere, ben vengano i Catoni ma se finalmente abbiamo un presidente della camera che ha con noi comune sensibilità e fine a prova contraria non è un ladro, pungoliamolo se necessario ma sosteniamolo non denigriamolo.La divisione è sempre l\’anticamera della sconfittàCordialità Ottavio

  35. Gianfredo ha detto:

    —– Original Message —– From: "Il direttore di J\’accuse" <info@jeaccuse.eu>To: <excaliburitalia@libero.it>Sent: Sunday, April 18, 2010 11:14 AMSubject: Ecco il Vostro articolo su J\’accuse. Grazie> Questa e-mail proveniente dal sito JEACCUSE ti è stata inviata da Il direttore di J\’accuse (info@jeaccuse.eu) che ti vuole segnalare la seguente pagina:> > http://www.jeaccuse.eu/index.php/testimonianze-dal-mondo-archivi-36/27-servizi-giornalistici/231–25-aprile-fu-vera-gloria-la-storia-non-si-celebra-si-studia.html

  36. Pingback: GENESI ED EVOLUZIONE DELLA PAROLA “DESTRA” Di:Gianfredo Ruggiero | Prato nel Mondo

  37. Andrea Giorcelli ha detto:

    Molto interessante, ma ci sono due citazioni da fare:
    “I fascisti sedettero all’estrema destra, là dove nessuno osava sedere nei giorni del trionfante bolscevismo: e Mussolini fece un discorso che egli definì ‘reazionario, perché antiparlamentare, antidemocratico, antisocialista’” (“Fascismo” in Enciclopedia Treccani).
    “La parte migliore della nazione non va a sinistra ma a destra, verso l’ordine le gerarchie la disciplina. Da tre anni, chiede un governo e non lo ha. Il governo non c’è. La crisi attuale mostra l’incapacità della Camera a dar un governo alla nazione. Può essere che il grido di Bologna diventi, domani, il coro formidabile di tutta la nazione” (Popolo d’Italia, 12 febbraio 1922).

    • Gianfredo Ruggiero ha detto:

      Nei fatti Mussolini non è mai stato di destra nel senso corrente del termine. Fosse stato di destra non avrebbe edificato lo Stato Sociale e non avrebbe stilato il Manifesto di Verona.

      • Andrea Giorcelli ha detto:

        Semmai non di destra nel senso storico (cioè prima del fascismo esisteva già una destra conservatrice e reazionaria), ma quello contemporaneo per cui il fascismo, almeno dal dopoguerra in poi, in cui il mondo si è diviso in due, è inevitabilmente associato alla destra estrema, si parla di destra sociale infatti, per distinguerla dalla destra liberale.

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